24 maggio 2019

FESTEGGIAMENTI DEL GIUBILEO

24 maggio 2019

Centro Sportivo Tenero come arrivare

Retrospektiva

Il Dono nazionale svizzero festeggia i suoi primi 100 anni anche in Ticino

Aria di festa, venerdì scorso 24 maggio 2019, al Centro Sportivo di Tenero. Protagonista il Dono nazionale svizzero per i nostri soldati e le loro famiglie (DNS). Una fondazione che da 100 anni aiuta sia istituzioni e iniziative che hanno come obiettivo il bene dell’esercito, di singole parti di truppe o di militari in generale, sostenendo la volontà di milizia; sia i militari e le loro famiglie qualora in difficoltà in seguito al servizio militare. Oggi, principalmente attraverso il suo regolare contributo a favore del Servizio sociale dell’esercito (SSE). Sorto 100 anni fa quando non esistevano ancora l’AVS, l’AI, le casse pensioni o l’indennità di perdita di guadagno, mediamente il DNS mette a disposizione circa un milione di franchi all’anno sia per prestazioni di assistenza, sia versando anche contributi a riviste militari, mostre, seminari e altre iniziative che servono a rafforzare la volontà di difesa e il valore militare. Il DNS organizza e finanzia, insieme ad altre fondazioni e al Servizio sociale dell’esercito, le riunioni annuali delle opere assistenziali militari, che servono all’informazione e alla coordinazione reciproca delle singole attività.

Il luogo dei festeggiamenti non è stato scelto a caso: infatti, il DNS ha partecipato in modo determinante alla nascita del Centro sportivo di Tenero. Fino agli anni ‘60, il denaro raccolto è stato utilizzato per curare in propri stabilimenti – tra cui l’istituto di cura e di riqualificazione professionale di Tenero, dove oggi sorge il Centro Sportivo – soldati ammalati durante la guerra, con problemi psichici o dipendenza dall’alcol. Nel 1979 la Confederazione elvetica e il DNS hanno firmato un contratto che regolava l’acquisizione di terreni per oltre 180’000 mq. Sul fondo dell’ex istituto di cura di Tenero, la Confederazione ha edificato un centro sportivo giovanile nazionale, l’attuale Centro Sportivo nazionale delle gioventù di Tenero, inaugurato ufficialmente nel 1985.

Dopo il saluto di benvenuto di Marco Netzer, vicepresidente DNS è seguita la relazione di Werner Merk, presidente DNS. Il contesto di una Svizzera risparmiata dai danni bellici più gravi, in cui la povertà sociale era molto presente e la Confederazione non era ben preparata ad affrontare crisi nel settore sociale, ha fatto da sfondo alle prime iniziative efficaci lanciate da volontari coraggiosi e altruisti, come la ticinese Marietta Crivelli Torricelli. Ben presto le attività promosse da donne furono sostenute dall’Ufficio centrale delle opere sociali dell’esercito e più tardi attivamente dai vertici dell’esercito. Tanti avevano soltanto il semplice soldo, che non era sufficiente per vivere. Le esigenze erano grandi, e furono istituite diverse organizzazioni benefiche, come le fondazioni Winkelried cantonali oppure le associazioni promemoria, per alleviare le sofferenze dei soldati e delle loro famiglie. Nel 1918 il primo capo del servizio assistenza dell’esercito, il colonnello SMG Markus Feldmann, iniziò il suo lavoro, sostenuto dal capitano Hans Georg Wirz. Con il nome di Dono nazionale fu lanciata la prima grande colletta a livello nazionale, che ha generato un ricavo di oltre 7 milioni di franchi. Così furono create le basi materiali, e la fondazione Dono nazionale svizzero per i nostri soldati e le loro famiglie (DNS) fu istituita all’inizio del 1919. Anche nel 2019, cento anni dopo la sua fondazione, il DNS mantiene una chiara ragione d’essere: oggi il suo settore di competenza è piuttosto quello di “colmare lacune”, mentre ha acquistato un nuovo significato “la conservazione della volontà di difesa in senso lato”. Finché ci saranno guerre ci saranno anche situazioni di emergenza. “Purtroppo la Svizzera non è esclusa. I conflitti militari non stanno diminuendo, anzi, stanno aumentando e si stanno avvicinando sempre di più. Pertanto è apprezzato l’aiuto delle fondazioni di gestire con cura il patrimonio e di fornire aiuto nei momenti difficili. Allo stesso tempo, tuttavia, dobbiamo adottare un approccio lungimirante per definire i settori nei quali possiamo sostenere i nostri soldati in futuro”.

Il Consigliere federale Ignazio Cassis, nel portare il saluto dell’esecutivo federale, ha sottolineato l’annus mirabilis 1919, che è stato un anno di svolta. Dopo l’atrocità della Prima guerra mondiale e lo sciopero generale, anche in Svizzera c’era la volontà di lasciarsi il passato e la sofferenza alle spalle e di guardare al futuro creando qualcosa di nuovo. E così è stato anche per il Dono nazionale. In particolare si è poi soffermato su alcune figure di grandi donne che hanno reso possibile l’opera del DNS, anche definito come “l’ultimo grande intervento umanitario” volto a sanare le profonde spaccature che nel 1919 attraversavano il paese.

Per il Consigliere di Stato Norman Gobbi, il nome stesso “Dono Nazionale Svizzero” racchiude in sé la bellezza di una iniziativa che, soprattutto nei primi decenni d’attività, ha dato lustro alla società elvetica, ma che non manca ancora oggi di marcare positivamente la crescita della nostra nazione. “Se questi terreni non fossero stati di proprietà del DNS credo che difficilmente si sarebbe sviluppato questo fiore all’occhiello, costituito dal Centro sportivo nazionale”. Il Dono nazionale svizzero, poi “è decisamente l’emblema della sussidiarietà”: davanti a un problema alcune persone hanno voluto impegnarsi a fondo per dare una risposta. Senza aspettare l’aiuto dello Stato, ma chiamando a sostegno altre persone che avrebbero potuto portare il loro contributo. La prima colletta voluta da queste persone ha raccolto in Svizzera la cifra stratosferica – per quei tempi – di oltre 7 milioni di franchi. “Soldi che divennero benzina per alimentare la macchina della solidarietà, ossia della vicinanza ai problemi dei concittadini e quindi della soluzione ai loro problemi”. Uno slancio, “nato da cittadini impegnati nell’esercito a testimonianza del fatto che questa istituzione è un cuore pulsante per la nostra Nazione e che oggi come ieri contribuisce in maniera decisiva a rendere sempre migliore la nostra Patria”. Gobbi ha portato i ringraziamenti, suo e del governo, a un’istituzione che oltre ad aver sostenuto centinaia di migliaia di soldati, potrà rappresentare anche in futuro non solo un aiuto concreto, ma pure “un esempio e un modello cui ispirarsi per avere anche in futuro una Svizzera libera, forte e neutrale”.

Dopo la parte ufficiale, ai circa 250 ospiti intervenuti è stata proposta l’opera Betly di Gaetano Donizetti, curata dalla società di produzione ticinese Premiere Music di Mendrisio, sotto la direzione musicale di Igor Longato. Di notevole pregio musicale, composta nel 1836, l’opera è ambientata in una locanda del Canton Appenzello vicino a Herisau nel 1799, quando il feldmaresciallo russo Suworow sconfisse i francesi per poi partire con il suo esercito verso l’Austria. L’opera racconta la storia di Daniele Birman, un proprietario terriero benestante che si innamora della giovane, vivace e indipendente locandiera Betly Starner. Inizialmente Betly non mostra alcun interesse per Daniele, ma alla fine cede alla forza dell’amore. Grazie all’astuzia del fratello di Betly, sergente dell’esercito svizzero, la storia ha un lieto fine. Gli artisti, in costumi militari e appenzellesi simili a quelli dell’epoca, hanno convinto con un’esecuzione e un allestimento brillante.
La manifestazione ha fatto seguito a quella del 17 maggio scorso organizzata a Zurigo-Reppischtal. Il terzo e ultimo evento sarà il 6 giugno prossimo a Yverdon-les-Bains. Con i tre eventi in Svizzera tedesca, in Ticino e in Romandia è stato ben sottolineato il legame del DNS con tutte le regioni del paese e con la loro popolazione.

 

Video: https://www.rsi.ch/play/tv/il-quotidiano/video/25-05-2019-un-dono-nazionale?id=11806010